Omelia XXI Domenica T.O. - 27 agosto 2017

Anche quest’oggi la Parola che abbiamo ascoltato ci invita a vivere un passaggio: dall’opinione su Gesù alla fede in Gesù Cristo; dalla opinione del sentito dire, dal “credo che”, al professione di fede: tu sei il Cristo. Tu sei il mio Salvatore. Tu sei colui che mi fa vivere e mi dona speranza! L’opinione viene spazzata via, la fede è fondamento. L’opinione, il sentito dire non incidono nella vita, la fede in Cristo Gesù è solidità, cambia la vita. L’opinione lascia indifferenti, se ne parla un pò, ma poi….; la fede in Cristo, la fede della Chiesa, coinvolge.
Credere (e fra un pò questi genitori e noi tutti siamo chiamati a fare la nostre professione di fede, che stando la vangelo di oggi, non può essere come quella di domenica scorsa o come quella di un mese fa o dell’anno scorso) significa vuol dire partecipare alla vita di Gesù, al suo stile, alla sua obbedienza a Dio, alla sua fede! Questi bambini vengono battezzati in questa fede, nella fede della Chiesa, non in delle opinioni, ma nella certezza dell’amore di Dio reso concreto nella Comunità! Di essa dice il vangelo: le porte degli inferi non prevarranno. Le porte del male, del peccato, dell’egoismo, della disperazione. (Mi auguro che diventeranno credenti praticanti e non credenti non praticanti che non significa niente).
Il Signore oggi ci chiede di venire allo scoperto: voi chi dite che io sia? Ci chiede di manifestarci. Dobbiamo sempre di nuovo dire chi è Gesù nella nostra vita! Ci sarà un momento in cui dovrai fare la tua professione di fede! Chi sono io per te? Ricordiamoci di questa domanda specie la domenica, quando sei chiamato a lasciarti abbracciare da Lui, dalla chiesa e ad essere tu “abbraccio” per i fratelli. (A volte per tanti cristiani Gesù la domenica non è proprio nessuno). Ma cosa porta Pietro a fare la professione di fede? Pietro non ci arriva da solo…ne la carne, ne il sangue….ma grazie alla rivelazione del Padre. La fede è dono. È accoglienza di una intimità, è offerta di una amicizia con Dio, è ingresso nell’esperienza della Chiesa. La fede non è frutto delle nostre opinioni, di quello che pensiamo noi, ma l’esperienza di un dono da condividere coi fratelli. Se ci distacchiamo dalla Parola di Dio e dalla Chiesa la nostra, è solo opinione che non può salvare. Non solo, Pietro riceve le “chiavi” per “legare” e “sciogliere”, cioè la possibilità di compiere atti eterni, atti di amore, di vita eterna. Anche la prima lettura ci parlava di una Chiave – di un potere di Dio. Ogni battezzato ha una porta aperta verso il cuore di Dio, sempre! Nessuno può chiuderla, mai! E grazie al Battesimo noi siamo legati gli uni gli altri. Ecco il potere delle chiavi: la comunione fraterna. Questa è la missione della Chiesa. questa è l’opportunità che si apre a noi con il battesimo: aprire il cielo e legare le persone tra di loro. Usiamo le chiavi, apriamo la porta di Dio, e lasciamo che il potere della fede ci leghi nella comunione. Legati fra noi, da Dio. Da questo noi capiremo chi è Cristo! Gesù è: sentirci in comunione con Dio e legati gli uni agli altri nel vincolo dell’amore.

Sac. Nicola Ilardo

Fonte : Pagina Facebok Parrocchia San Giuseppe
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